I primi due obiettivi entro domenica 3 Luglio:
- Approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Riforma Costituzionale (dimezamento numero parlamentari, Senato Federale) e sua approvazione definitiva da parte del Parlamento entro 15 mesi
- Approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge sulle missioni militari con riduzione dei contingenti impegnati all'estero
Ecco che Bossi ha presentato gli obiettivi da raggiungere e si è dato una data di scadenza.
Nonostante i principali media non ne vogliano parlare, abbiamo raggiunto l'obiettivo del federalismo fiscale che attualmente è in corso d'attuazione e ora tocca al primo passo per porre le basi del federalismo vero e proprio, senza aggettivi: le basi per una Padania libera e Indipendente.
Le ideologie sono la maschera con cui si fa la politica, per celarne le asprezze e inseguire il consenso. Gianfranco Miglio
lunedì 20 giugno 2011
domenica 19 giugno 2011
Pontida 2011
Ed eccoci. Pontida porta sempre bene!
Bossi ha posto i paletti al governo non risparmiando nulla a nessuno.
Dar fiato ai comuni virtuosi che, per colpa al patto di stabilità, non possono spendere i soldi che hanno a disposizione.
Dar fiato alle piccole imprese e agli artigiani, oppressi dallo Stato e dalla burocrazia.
Ridiscutere le quote latte in sede europea che non ci permetto di produrre e quindi di consumare i nostri prodotti.
Rendere efficenti gli enti pubblici avvicinandoli ai bisogni dei cittadini e portare alcuni ministeri al nord e farli funzionare con l'efficenza insita al popolo padano, con dipendenti seri, non amici o figli degli amici di quel parlamentare di quel burocrate.
Ciò ha fatto sbiancare Alemanno subito intervistato da La7. Il potere centralista s'è già incrinato!
E i giornali non possono certo non mentire su Pontida! Il Corriere pubblica sul suo sito un video intitolato "Bossi: «No alle elezioni» - E Pontida fischia".
Guardate il video, non credte alle mie parole!
Bossi dice che andare ora alle elezioni vuol dire dare il paese in mano alla sinistra perchè "la storia è un ciclo che si ripete" e spiega: "Quando nacque l'Italia..." ma, A QUESTO PUNTO viene interrotto dai fischi e lui coglie l'attimo dicendo "lo so, altro che fischi".
E allora? Una contestazione allo Stato italiano viene deviata con altri fini...
W l'informazione uniformizzata e al ribasso! Quando saremo tutti uguali, con lo stesso modo di pensare e condizionati dai media beh, allora avremo veramente un'italia unita.
P.S.: E IL FEDERALISMO, IN PARLAMENTO VA AVANTI!!
Bossi ha posto i paletti al governo non risparmiando nulla a nessuno.
Dar fiato ai comuni virtuosi che, per colpa al patto di stabilità, non possono spendere i soldi che hanno a disposizione.
Dar fiato alle piccole imprese e agli artigiani, oppressi dallo Stato e dalla burocrazia.
Ridiscutere le quote latte in sede europea che non ci permetto di produrre e quindi di consumare i nostri prodotti.
Rendere efficenti gli enti pubblici avvicinandoli ai bisogni dei cittadini e portare alcuni ministeri al nord e farli funzionare con l'efficenza insita al popolo padano, con dipendenti seri, non amici o figli degli amici di quel parlamentare di quel burocrate.
Ciò ha fatto sbiancare Alemanno subito intervistato da La7. Il potere centralista s'è già incrinato!
E i giornali non possono certo non mentire su Pontida! Il Corriere pubblica sul suo sito un video intitolato "Bossi: «No alle elezioni» - E Pontida fischia".
Guardate il video, non credte alle mie parole!
Bossi dice che andare ora alle elezioni vuol dire dare il paese in mano alla sinistra perchè "la storia è un ciclo che si ripete" e spiega: "Quando nacque l'Italia..." ma, A QUESTO PUNTO viene interrotto dai fischi e lui coglie l'attimo dicendo "lo so, altro che fischi".
E allora? Una contestazione allo Stato italiano viene deviata con altri fini...
W l'informazione uniformizzata e al ribasso! Quando saremo tutti uguali, con lo stesso modo di pensare e condizionati dai media beh, allora avremo veramente un'italia unita.
P.S.: E IL FEDERALISMO, IN PARLAMENTO VA AVANTI!!
sabato 18 giugno 2011
Bidone Padania Online
E' nato il quotidiano online chiamato Padania Online, non ufficiale e tendenziosamente antileghista ma leggendo i media nazionali diventa quasi un'autorevole fonte della base leghista...
Io mi faccio una risata, ma questo neofascismo basato sulla malinformazione è tristissimo.
Io mi faccio una risata, ma questo neofascismo basato sulla malinformazione è tristissimo.
venerdì 17 giugno 2011
Sanità, con il federalismo risparmi per 4-5 miliardi
La cura per mettere in ordine i conti di asl e ospedali e produrre consistenti risparmi di spesa sanitaria, è affidata a due parole magiche: efficienza e qualità. Che dovranno portare con sé, senza sconti, la lotta agli sprechi. Snodo cruciale saranno i costi standard, che dovrebbero garantire tra i 4 e i 5 miliardi di risparmi. Accompagnando il tutto con altri interventi già in cantiere: dalla stretta sull'acquisto di beni e servizi ai farmaci, dal personale ai ricoveri. Senza tralasciare l'impulso sempre più deciso che sarà dato in prospettiva alla sanità integrativa, verso la quale indirizzare spese di più già ora trascurate dal Ssn, a cominciare da odontoiatria e long term care.
Tutto avverrà, per legge tra il 2012 e il 2013: a fine 2012 scadrà il «Patto» per la salute, nel 2013 partiranno i costi standard sanitari sulla base dei bilanci 2011, con tanto di benckhmark tra le 3 regioni migliori: una del nord (la Lombardia), una del centro (Toscana), una del sud (la Basilicata).
Mettendo ordine nelle differenze abissali tra Regioni: dalla durata di un ricovero prima dell'operazione (in Molise dura il 50% più che in Lombardia ed Emilia) ai ricoveri inappropriati (tutto il sud è in fondo alle classifiche) fino ai parti cesarei (62% in Campania contro il 23% a Bolzano). Per non dire degli acquisti fuori ordinanza di attrezzature: una tac identica è costata 1.554 o 999 euro, sempre in Campania; una siringa da 5ml assolutamente uguale 5 centesimi in Sicilia e solo 3 in Toscana. Non è un caso che nel decreto su premi e sanzioni legato al federalismo fiscale, si preveda dal 2012 un bonus per chi istituisce una centrale acquisti e gare per importi di alto valore. Per risparmiare, naturalmente. Anche in vista dell'elaborazione dei prezzi di riferimento per l'acquisto di prestazioni e servizi sanitari e non: chi spenderà di più dovrà segnalarlo alla Corte dei conti, con tutte le (eventuali) conseguenze del caso.
dal quotidiano il Sole 24 Ore
Lo stesso principio dei costi standard verrà applicato agli enti pubblici, COMPRESI I MINISTERI:
"Sul trasferimento di alcuni ministeri al Nord la Lega non si è spostata di un millimetro". Lo ribadisce il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, che a margine di un visita in un mercato rionale di Milano parlando con i giornalisti spiega: "Avevamo deciso di farlo subito tanto che su questo avevamo avuto la garanzia del presidente del Consiglio. C'era però il rischio che la cosa venisse scambiata per campagna elettorale, ma la questione è profondissima per essere coinvolta nella campagana elettorale per il ballottaggio, e quindi abbiamo rinviato"
Tutto avverrà, per legge tra il 2012 e il 2013: a fine 2012 scadrà il «Patto» per la salute, nel 2013 partiranno i costi standard sanitari sulla base dei bilanci 2011, con tanto di benckhmark tra le 3 regioni migliori: una del nord (la Lombardia), una del centro (Toscana), una del sud (la Basilicata).
Mettendo ordine nelle differenze abissali tra Regioni: dalla durata di un ricovero prima dell'operazione (in Molise dura il 50% più che in Lombardia ed Emilia) ai ricoveri inappropriati (tutto il sud è in fondo alle classifiche) fino ai parti cesarei (62% in Campania contro il 23% a Bolzano). Per non dire degli acquisti fuori ordinanza di attrezzature: una tac identica è costata 1.554 o 999 euro, sempre in Campania; una siringa da 5ml assolutamente uguale 5 centesimi in Sicilia e solo 3 in Toscana. Non è un caso che nel decreto su premi e sanzioni legato al federalismo fiscale, si preveda dal 2012 un bonus per chi istituisce una centrale acquisti e gare per importi di alto valore. Per risparmiare, naturalmente. Anche in vista dell'elaborazione dei prezzi di riferimento per l'acquisto di prestazioni e servizi sanitari e non: chi spenderà di più dovrà segnalarlo alla Corte dei conti, con tutte le (eventuali) conseguenze del caso.
dal quotidiano il Sole 24 Ore
Lo stesso principio dei costi standard verrà applicato agli enti pubblici, COMPRESI I MINISTERI:
"Sul trasferimento di alcuni ministeri al Nord la Lega non si è spostata di un millimetro". Lo ribadisce il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, che a margine di un visita in un mercato rionale di Milano parlando con i giornalisti spiega: "Avevamo deciso di farlo subito tanto che su questo avevamo avuto la garanzia del presidente del Consiglio. C'era però il rischio che la cosa venisse scambiata per campagna elettorale, ma la questione è profondissima per essere coinvolta nella campagana elettorale per il ballottaggio, e quindi abbiamo rinviato"
La precaria da 1'800 € al mese
Precaria di lusso, a 1.800€ al mese presso il Ministero del lavoro. Forse il fatto che il padre era una Senatore di Rifondazione Comunista può aver influito, voi che dite? Questa è l’Italia del Tg3, tra raccomandati e bufale mediatiche…
Sta facendo un esageratissimo scalpore la risposta di Renato Brunetta a un gruppo di presunti precari che interrompono un convegno a cui partecipava il ministro deviandone il tema.
Si sono susseguite polemiche sul Ministro titolandolo menefreghista verso i problemi dei precari quando, invece, la polemica è stata scatenata ad hoc da persone tutt'altro che precarie:
Lei è Maurizia Russo Spena, 39 anni, figlia di Giovanni Russo Spena, esponente ultracomunista, deputato nel 1987 con Democrazia Proletaria, nel 1992 con Rifondazione Comunista, nel 1996 senatore per L’Ulivo, nel 2001 deputato e vicecapogruppo sempre per Rifondazione. Insomma la figlia di un privilegiato che per 20 anni ha fatto il parlamentare, ottenendo grossi stipendi e pensioni.
La signora inoltre non fa mistero di essere sì una precaria ma di guadagnare la modica cifra di 1800 euro mensili da 5 anni, gentilmente donati dall’Agenzia Italia-Lavoro del Ministero del Welfare. Una precaria di lusso, una comunista chic, sempre in giro per proteste, manifestazioni e raduni con un megafono in mano e tanta voglia di fare propaganda.
Il video della polemica dice tutto.
Il ministro che parla d'innovazione, concede alla signora un intervento rapido perchè ha un'altro impegno e questa devia il discorso. Voi che fareste?
E non finisce qui: insulti ("buffone") e tanto di striscioni.
I veri precari, a casa mia, passano la giornata a cercarsi un lavoro e prendono quello che c'è.
http://www.youtube.com/watch?v=FLgMJpOPWn0
Sta facendo un esageratissimo scalpore la risposta di Renato Brunetta a un gruppo di presunti precari che interrompono un convegno a cui partecipava il ministro deviandone il tema.
Si sono susseguite polemiche sul Ministro titolandolo menefreghista verso i problemi dei precari quando, invece, la polemica è stata scatenata ad hoc da persone tutt'altro che precarie:
Lei è Maurizia Russo Spena, 39 anni, figlia di Giovanni Russo Spena, esponente ultracomunista, deputato nel 1987 con Democrazia Proletaria, nel 1992 con Rifondazione Comunista, nel 1996 senatore per L’Ulivo, nel 2001 deputato e vicecapogruppo sempre per Rifondazione. Insomma la figlia di un privilegiato che per 20 anni ha fatto il parlamentare, ottenendo grossi stipendi e pensioni.
La signora inoltre non fa mistero di essere sì una precaria ma di guadagnare la modica cifra di 1800 euro mensili da 5 anni, gentilmente donati dall’Agenzia Italia-Lavoro del Ministero del Welfare. Una precaria di lusso, una comunista chic, sempre in giro per proteste, manifestazioni e raduni con un megafono in mano e tanta voglia di fare propaganda.
Il video della polemica dice tutto.
Il ministro che parla d'innovazione, concede alla signora un intervento rapido perchè ha un'altro impegno e questa devia il discorso. Voi che fareste?
E non finisce qui: insulti ("buffone") e tanto di striscioni.
I veri precari, a casa mia, passano la giornata a cercarsi un lavoro e prendono quello che c'è.
http://www.youtube.com/watch?v=FLgMJpOPWn0
venerdì 11 giugno 2010
«Rigore e integrazione». Via al permesso di soggiorno a punti per gli immigrati
Sì al piano per l'integrazione degli immigrati. Si chiama «Identità e incontro» e dovrà essere sottoscritto dagli immigrati che presenteranno la domanda per il permesso di soggiorno in Italia. Si tratta dell'ormai noto «permesso di soggiorno a punti» e coniuga, ha spiegato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni al termine del consiglio dei ministri, «rigore e severità giusta con una politica di integrazione che non ha pari in Europa». Abbiamo definito un sistema di regole certe e chiare, ha proseguito Maroni, «che consente a chi viene in Italia per lavorare un percorso di integrazione eccellente da tutti i punti di vista».
Avevamo di fronte alcune scelte, ha aggiunto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, basandoci sulle esperienze fatte in altri Paesi: «potevamo scegliere il multiculturalismo indifferente o l'assimilazione arrogante. Abbiamo deciso per una terza via, quella italiana, dell'identità aperta».
Il Piano, che dovrebbe essere approvato definitivamente entro dicembre, per entrare in vigore già dal prossimo anno, ha sottolineato Sacconi, non «è uno strumento vessatorio, ma, anzi, stimola alcuni elementi basici dell'integrazione». In sostanza, ha illustrato il ministro del Welfare, quando lo straniero presenta la domanda per il permesso di soggiorno sottoscrive una sorta di impegno che prevede l'acquisizione della conoscenza di base della lingua italiana, una sufficiente conoscenza della cultura civica e della vita civile in Italia, con particolare riferimento della sanità, della scuola, dei servizi sociali, del lavoro, e degli obblighi fiscali.
Deve poi assolvere il dovere di istruzione dei figli minori e conoscere l'organizzazione delle istituzioni pubbliche. Ovvio, ha precisato subito Sacconi, che le competenze richieste non saranno valutate «dall'Accademia della crusca o alla stregua di un esame di diritto pubblico». Il monte crediti iniziale è pari a 16 crediti, di cui 15 possono essere sottratti in caso di mancata frequenza alla sessione di formazione civica.
Destinatari dell'accordo, sono gli stranieri che entrano per la prima volta in Italia e che avranno a disposizione un pacchetto di crediti, il cosiddetto permesso a punti, che si potranno perdere in caso di condanna penale, mancata frequenza ai corsi di educazione civica, commissione di illeciti amministrativi o tributari, sottoposizione a misure di sicurezza personali. I punti, però, si possono anche aumentare se l'immigrato acquisisce livelli alti di conoscenza nella lingua e nell'educazione civica, se consegue titoli di studio, se si impegna nel volontariato, se acquista una abitazione.
Il patto viene stipulato presso lo sportello unico o la questura insieme alla presentazione della domanda di permesso di soggiorno, dura 2 anni e coinvolge gli stranieri nella fascia 16-65 anni. Per i minorenni serve anche la firma dei genitori. Sono esclusi dal patto coloro che chiedono un permesso inferiore a un anno, hanno patologie o handicap tali da limitare la loro autosufficienza, le vittime di tratta, violenza, grave sfruttamento.
Un mese prima della scadenza del soggiorno si verifica l'accordo: lo straniero presenta la documentazione che certifica la sua formazione e le attività svolte. L'operazione si conclude con l'attribuzione finale dei crediti. Se questi sono pari a zero viene decretata l'espulsione (tranne nei casi dove sono previste deroghe). Se sono meno di 30 l'accordo é prorogato per un anno, se sono 30 o più lo straniero passa l'esame e riceve un attestato.
da Sole 24 Ore
Avevamo di fronte alcune scelte, ha aggiunto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, basandoci sulle esperienze fatte in altri Paesi: «potevamo scegliere il multiculturalismo indifferente o l'assimilazione arrogante. Abbiamo deciso per una terza via, quella italiana, dell'identità aperta».
Il Piano, che dovrebbe essere approvato definitivamente entro dicembre, per entrare in vigore già dal prossimo anno, ha sottolineato Sacconi, non «è uno strumento vessatorio, ma, anzi, stimola alcuni elementi basici dell'integrazione». In sostanza, ha illustrato il ministro del Welfare, quando lo straniero presenta la domanda per il permesso di soggiorno sottoscrive una sorta di impegno che prevede l'acquisizione della conoscenza di base della lingua italiana, una sufficiente conoscenza della cultura civica e della vita civile in Italia, con particolare riferimento della sanità, della scuola, dei servizi sociali, del lavoro, e degli obblighi fiscali.
Deve poi assolvere il dovere di istruzione dei figli minori e conoscere l'organizzazione delle istituzioni pubbliche. Ovvio, ha precisato subito Sacconi, che le competenze richieste non saranno valutate «dall'Accademia della crusca o alla stregua di un esame di diritto pubblico». Il monte crediti iniziale è pari a 16 crediti, di cui 15 possono essere sottratti in caso di mancata frequenza alla sessione di formazione civica.
Destinatari dell'accordo, sono gli stranieri che entrano per la prima volta in Italia e che avranno a disposizione un pacchetto di crediti, il cosiddetto permesso a punti, che si potranno perdere in caso di condanna penale, mancata frequenza ai corsi di educazione civica, commissione di illeciti amministrativi o tributari, sottoposizione a misure di sicurezza personali. I punti, però, si possono anche aumentare se l'immigrato acquisisce livelli alti di conoscenza nella lingua e nell'educazione civica, se consegue titoli di studio, se si impegna nel volontariato, se acquista una abitazione.
Il patto viene stipulato presso lo sportello unico o la questura insieme alla presentazione della domanda di permesso di soggiorno, dura 2 anni e coinvolge gli stranieri nella fascia 16-65 anni. Per i minorenni serve anche la firma dei genitori. Sono esclusi dal patto coloro che chiedono un permesso inferiore a un anno, hanno patologie o handicap tali da limitare la loro autosufficienza, le vittime di tratta, violenza, grave sfruttamento.
Un mese prima della scadenza del soggiorno si verifica l'accordo: lo straniero presenta la documentazione che certifica la sua formazione e le attività svolte. L'operazione si conclude con l'attribuzione finale dei crediti. Se questi sono pari a zero viene decretata l'espulsione (tranne nei casi dove sono previste deroghe). Se sono meno di 30 l'accordo é prorogato per un anno, se sono 30 o più lo straniero passa l'esame e riceve un attestato.
da Sole 24 Ore
martedì 11 maggio 2010
STATI UNITI D'ITALIA - Quale unità?
Ragionamenti di un patriota Italiano
Carlo Cattaneo (1801 - 1869) fu un rivoluzionario milanese che si fece promotore di un’Italia Unita, Repubblicana e Federale. Nel 1848, capo del Consiglio di Guerra, partecipò attivamente ai moti delle “cinque giornate di Milano” sconfiggendo con un esercito improvvisato l’Impero Austriaco. Rifiutò l’appoggio dei Savoia in quanto famiglia “nemica della libertà, intollerante alla religione altrui, e cresciuta necessariamente in superbia”.
Dopo le continue promesse tradite dai Savoia per il rifornimento di munizioni al popolo Milanese per resistere all’attacco austriaco, Cattaneo sentì il dovere, dopo la vittoria milanese, di rifiutare un regno Italiano sotto la corona savoiarda al grido di “Viva il Piemonte e infamia a Carlo Alberto!”
Una volta fatta l’Italia Monarchica e Centralista, questa cercò d’ingraziarsi Cattaneo nominandolo più volte parlamentare, carica che sempre sdegnò e mai onorò per rifiutare di giurare fedeltà al Re.
Insieme a Gianfranco Miglio (1918 – 2001) è il maestro al quale la Lega Nord si è sempre basata per la creazione di un modello federale italiano. Uomini lungimiranti che con anni e secoli d’anticipo hanno saputo vedere una forma di Stato solidale ed elastica al suo interno dove i confini non sono altro che segni instabili di differenze socio-economico sempre pronti ad adeguarsi ai mutamenti della storia. Lavorarono per un’Italia Repubblicana, Unita e Federale in un sistema Europeo altrettanto libero con un unico commercio (e quindi unica moneta). Un sistema di premiazione delle eccellenze dove il successo di una unità locale possa riflettersi da esempio per le terre vicine elevando così l’intero Stato Unitario.
Ecco alcuni stralci di Cattaneo:
“Una nazione è spesso in più Stati divisa, e questo smembramento può nascònder gran parte della sua vera potenza: e uno Stato grande è quasi sempre un artificiale accozzamento di più nazioni, che tende ad esaltare alcune di esse, in modo che assorba in sé la potenza delle altre”
“Politecnico” fascicolo 5 – 1842
E così fu con Roma che per oltre un secolo, a partire dalla “questione meridionale” al fascismo fino all’odierna repubblica-fantoccio ha assorbito impunemente la “potenza” della Padania.
“Ogni stato d’Italia deve rimaner sovrano e libero in sé. Il doloroso esempio dei popoli della Francia, che hanno conquistato tre volte la libertà, e mai non l’hanno avuta, dimostra vero il detto del nostro antico savio [ndr Machiavelli], non potersi conservare la libertà se il popolo non vi tien le mani sopra: sì, ogni popolo in casa sua, sotto la sicurtà e la vigilanza degli altri tutti. Ogni famiglia politica deve avere il separato suo patrimonio, i suoi magistrati, le sue armi. Ma deve conferire alle communi necessità e alle communi grandezze la debita parte; deve sedere con sovrana e libera rappresentanza nel congresso fraterno di tutta la nazione.”
“Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra: memorie” – 1849
Per concludere ritengo oppurtuno riportare lo stralcio di un discorso di Calderoli in merito all'Unità d'Italia:
“La miglior risposta per il festeggiamento dei 150 anni dall’Unità d’Italia sarà attraverso il Federalismo. Noi realizzeremo l’Unità d’Italia.
È inutile parlare di “Unità d’Italia” come un totem lasciato a se stesso. La celebrazione in se stessa ha poco senso. Io trovo che il 150° deve essere il momento per affrontare il problema dell’Unità del Paese e quindi di dare delle soluzioni alle diversità del Paese che fino a oggi hanno creato un distacco dei problemi e invece vorrei che le diversità diventino un valore aggiunto.
Ecco, questa è l’Unità del Paese, ed è quella da festeggiare.”
Roberto Calderoli - Ministro per la Semplificazione
Carlo Cattaneo (1801 - 1869) fu un rivoluzionario milanese che si fece promotore di un’Italia Unita, Repubblicana e Federale. Nel 1848, capo del Consiglio di Guerra, partecipò attivamente ai moti delle “cinque giornate di Milano” sconfiggendo con un esercito improvvisato l’Impero Austriaco. Rifiutò l’appoggio dei Savoia in quanto famiglia “nemica della libertà, intollerante alla religione altrui, e cresciuta necessariamente in superbia”.
Dopo le continue promesse tradite dai Savoia per il rifornimento di munizioni al popolo Milanese per resistere all’attacco austriaco, Cattaneo sentì il dovere, dopo la vittoria milanese, di rifiutare un regno Italiano sotto la corona savoiarda al grido di “Viva il Piemonte e infamia a Carlo Alberto!”
Una volta fatta l’Italia Monarchica e Centralista, questa cercò d’ingraziarsi Cattaneo nominandolo più volte parlamentare, carica che sempre sdegnò e mai onorò per rifiutare di giurare fedeltà al Re.
Insieme a Gianfranco Miglio (1918 – 2001) è il maestro al quale la Lega Nord si è sempre basata per la creazione di un modello federale italiano. Uomini lungimiranti che con anni e secoli d’anticipo hanno saputo vedere una forma di Stato solidale ed elastica al suo interno dove i confini non sono altro che segni instabili di differenze socio-economico sempre pronti ad adeguarsi ai mutamenti della storia. Lavorarono per un’Italia Repubblicana, Unita e Federale in un sistema Europeo altrettanto libero con un unico commercio (e quindi unica moneta). Un sistema di premiazione delle eccellenze dove il successo di una unità locale possa riflettersi da esempio per le terre vicine elevando così l’intero Stato Unitario.
Ecco alcuni stralci di Cattaneo:
“Una nazione è spesso in più Stati divisa, e questo smembramento può nascònder gran parte della sua vera potenza: e uno Stato grande è quasi sempre un artificiale accozzamento di più nazioni, che tende ad esaltare alcune di esse, in modo che assorba in sé la potenza delle altre”
“Politecnico” fascicolo 5 – 1842
E così fu con Roma che per oltre un secolo, a partire dalla “questione meridionale” al fascismo fino all’odierna repubblica-fantoccio ha assorbito impunemente la “potenza” della Padania.
“Ogni stato d’Italia deve rimaner sovrano e libero in sé. Il doloroso esempio dei popoli della Francia, che hanno conquistato tre volte la libertà, e mai non l’hanno avuta, dimostra vero il detto del nostro antico savio [ndr Machiavelli], non potersi conservare la libertà se il popolo non vi tien le mani sopra: sì, ogni popolo in casa sua, sotto la sicurtà e la vigilanza degli altri tutti. Ogni famiglia politica deve avere il separato suo patrimonio, i suoi magistrati, le sue armi. Ma deve conferire alle communi necessità e alle communi grandezze la debita parte; deve sedere con sovrana e libera rappresentanza nel congresso fraterno di tutta la nazione.”
“Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra: memorie” – 1849
Per concludere ritengo oppurtuno riportare lo stralcio di un discorso di Calderoli in merito all'Unità d'Italia:
“La miglior risposta per il festeggiamento dei 150 anni dall’Unità d’Italia sarà attraverso il Federalismo. Noi realizzeremo l’Unità d’Italia.
È inutile parlare di “Unità d’Italia” come un totem lasciato a se stesso. La celebrazione in se stessa ha poco senso. Io trovo che il 150° deve essere il momento per affrontare il problema dell’Unità del Paese e quindi di dare delle soluzioni alle diversità del Paese che fino a oggi hanno creato un distacco dei problemi e invece vorrei che le diversità diventino un valore aggiunto.
Ecco, questa è l’Unità del Paese, ed è quella da festeggiare.”
Roberto Calderoli - Ministro per la Semplificazione
martedì 10 novembre 2009
IL CROCIFISSO
"Senza identita’, senza coscienza delle proprie radici, non possono esserci ne’ liberta’ ne’ democrazia"
http://www.youtube.com/watch?v=MrlWHWGQz74
http://www.youtube.com/watch?v=MrlWHWGQz74
domenica 4 ottobre 2009
Perchè siamo stanchi di vedere il frutto delle nostre fatiche sprecato nella lenta burocrazia romana, nelle dote scuola dati agli stranieri che vivono in nero e che li usano per tutto meno che nell'istruzione e nell'educazione, perchè siamo stanchi di vedere la nostra storia e la nostra cultura denigrata quotidianamente dalla scuola, dai giornali e dalle televisioni, perchè siamo stanchi di non poter spendere i nostri soldi per i nostri poveri e i nostri bisognosi! Perchè siamo stanchi di sapere che i nostri figli e nipoti dovranno vivere in un mondo perggiore del nostro!
Perchè non vogliamo essere schiavi a casa nostra.
Perchè non vogliamo essere schiavi a casa nostra.
sabato 3 ottobre 2009
MI FA MALE IL MONDO
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa male più che altro credere
che sia un destino oppure una condanna
che non esista il segno di un rimedio in un solo individuo
che sia uomo o donna.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa male più che altro ammettere
che siamo tutti uomini normali
con l'illusione di partecipare senza mai capire
quanto siamo soli.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
E’ un malessere che abbiamo dentro
è l'origine dei nostri disagi
un dolore di cui non si muore
che piano piano ci rende più tristi e malvagi.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male...
Mi fa bene comunque credere
che la fiducia non sia mai scomparsa
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno e rinasca il bisogno
di una vita diversa.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa bene comunque illudermi
che la risposta sia un rifiuto vero
che lo sfogo dell’intolleranza prenda consistenza
e ridiventi un coro.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Ma la rabbia che portiamo addosso
è la prova che non siamo annientati
da un destino così disumano
che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male.
GIORGIO GABER
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa male più che altro credere
che sia un destino oppure una condanna
che non esista il segno di un rimedio in un solo individuo
che sia uomo o donna.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa male più che altro ammettere
che siamo tutti uomini normali
con l'illusione di partecipare senza mai capire
quanto siamo soli.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
E’ un malessere che abbiamo dentro
è l'origine dei nostri disagi
un dolore di cui non si muore
che piano piano ci rende più tristi e malvagi.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male...
Mi fa bene comunque credere
che la fiducia non sia mai scomparsa
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno e rinasca il bisogno
di una vita diversa.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.
Mi fa bene comunque illudermi
che la risposta sia un rifiuto vero
che lo sfogo dell’intolleranza prenda consistenza
e ridiventi un coro.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Ma la rabbia che portiamo addosso
è la prova che non siamo annientati
da un destino così disumano
che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti.
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male.
GIORGIO GABER
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