venerdì 24 ottobre 2008

Già tolte 7.043 leggi

C’era una volta una regina che aveva una cava per la quale nel XVIII secolo fu creata una legge, da cui poi ne sono scaturite altre cento che fanno tutte riferimento alla prima: ovviamente ne basta una. Nella legislazione italiana sono centinaia, migliaia gli esempi di doppioni che nessuno si è mai premurato di eliminare.
E ci sono pure norme dimenticate che potrebbero essere utili.
Intanto in 150 anni di storia si sono accavallate norme di ogni tipo, a seconda dei problemi che attraversava il Paese, delle fasi storiche, delle guerre, delle scoperte. Ma tutto poi restava, perchè tutti dimenticavano di abrogarle quando non erano più attuali.
Prossimo obiettivo del ministero per la Semplificazione saranno gli enti inutili. Anche questi talmente tanti, che nessuno sa esattamente il loro numero. Primo nel mirino è l’Iged (Ispettorato generale per la liquidazione di enti disciolti), ovvero l’ente che doveva liquidare gli enti inutili, dichiarato inutile nel 2002 e con un costo di 50 milioni di euro l’anno.
Per scovarle le amministrazioni pubbliche si abbonano a banche dati private, con la spesa che ne consegue. Nonostante ripetuti tentativi, infatti, l’idea di creare una banca dati pubblica delle leggi non è ancora giunta in porto.
Ecco quindi ancora in vigore la tassa per la «bonifica dell'Agro Romano», datata 11 dicembre 1878, come se lì ci fossero ancora le paludi. E la norma sui piccioni viaggiatori che disciplinava l’uso dei volatili per la trasmissione a distanza. Nel 1940, poi, con la guerra alle porte e i beni razionati, non ci si poteva certo concedere il lusso di raccogliere erbe officinali alla leggera, ed era fino a oggi in vigore una ferrea disciplina per «la raccolta e la vendita della camomilla».
Ora finalmente si volta pagina.

Lo Stato italiano produce leggi. Tante. Più di Inghilterra, Francia e Spagna messe assieme. Talmente numerose che fino a poco tempo fa non si sapeva neppure quante fossero in vigore. La stessa Cassazione ha memorizzato nella sua banca dati solo le norme più recenti.
Il nuovo ministero (senza portafoglio) per la Semplificazione normativa, a guida leghista, ha individuato ben 21.691 leggi operative. E ha preso provvedimenti: il decreto legge n. 112/2008 collegato alla manovra economica, insieme a un’opera approfondita di revisione tecnica, ha già determinato l’abrogazione di 7.043 (ovvero più del 30%) norme valutate obsolete, inutili o già implicitamente abrogate.
In prospettiva, dopo un’ulteriore pulizia, non dovrebbero restare più di 13.600 leggi, per un taglio complessivo del 37%. Avvocati (nel Lazio ce n’è come in tutta la Francia) e burocrati - che sul ginepraio legislativo hanno costruito il loro potere - forse piangeranno. Ma a sorridere saranno le imprese, per le quali perdere meno tempo sulle scartoffie avrà ricadute paragonabili a discreti sgravi fiscali.

Senza appesantire il bilancio dello Stato.


*WiLLy Rs

mercoledì 22 ottobre 2008

Decreto Gelmini

Non si placa la protesta contro la riforma della scuola.
Ieri, in piazza Cadorna a Milano, un migliaio di manifestanti hanno tentato di entrare in stazione per bloccare i treni, ma sono stati respinti dai carabinieri.

I punti "rivoluzionari" del decreto Gelmini sono QUESTI.

Citando l'articolo:
L’Unione degli Studenti ribadisce così la propria contrarietà all’introduzione del voto in condotta che “ribalta uno dei principi fondamentali dello Statuto degli studenti e delle studentesse, cancellando in un solo colpo i risultati di decenni di lotte per il primato del profitto e della qualità dell’insegnamento”. “Ci opponiamo al voto di condotta in quanto crediamo in una scuola che si basi sulla partecipazione degli studenti e sull’inclusione costruttiva delle marginalità - si legge nel comunicato - non in una scuola che, con un’impressionante balzo indietro ai ‘decreti regi’, sa rispondere alla violenza ed al bullismo solo con la repressione”.

A parer mio, la reintroduzione del voto in condotta non è solo positivo, ma è ESSENZIALE per la formazione degli studenti. Come si fa a non volere la reintroduzione del voto in condotta e lamentarsi se uno studente fa un video a scuola e lo mette su youtube? Questi fatti generano "scandalo", si afferma che è necessaria una lotta ai bulli, e non si approvano i metodi per punirli?

Altro punto: Le fondazioni.
I protestanti affermano che la trasformazione delle Università in fondazioni è dannosa e anti-economica per lo studente, anche perchè alla fondazione subentreranno anche soggetti privati che potrebbero -inoltre- trarre profitto dai fondi universitari.
Peccato che il testo reciti:
Art.16 comma 1
[...]La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta (falso quindi che TUTTE le università diverranno AUTOMATICAMENTE fondazioni. n.d.a) ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. [...]
comma 4
4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.

NON E' VERO che le rette aumenteranno. Anzi, ci saranno penalità per gli Atenei con rette troppo alte.
NON E' VERO che le università diventaranno private. La "governance" dell'Ateneo rimarrà infatti pubblica.

Altro punto: il "taglio" ai fondi universitari.
Innanzitutto c'è da dire una cosa: molti studenti contestatori hanno affermato che "Si sono tagliati i fondi universitari per darli a Catania e a Napoli". Mi sorge spontanea una domanda: se la stessa frase fosse stata detta da un esponente della Lega Nord, che scandalo non sarebbe stato?!?

La cosa più dannosa che esista è la GENERALIZZAZIONE.

Riguardo al "monitoraggio della finanza pubblica il testo recita":

Art.60

1. Per il triennio 2009-2011 le dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, sono ridotte per gli importi indicati nell'elenco n. 1, con separata indicazione della componente relativa a competenze predeterminate per legge.

2. Dalle riduzioni di cui al comma 1 sono escluse le dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle poste correttive e compensative delle entrate, comprese le regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; nonche' quelle dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali.


Ecco i dati del fondo finanziamento ordinario dell'università:
Anno 2001: 7.087.865 €
Anno 2006: 6.820.698 €
Anno 2008: 6.893.577 €

Come mai quando il governo Prodi tagliò i fondi in maniera più "pesante" (relativamente più pesante visto che 70mila euro non sono "molti") gli unici a protestare eravamo noi?


BASTA CON LE PROTESTE TELECOMANDATE



*WiLLy Rs

giovedì 16 ottobre 2008

E niente tira (in onore a Cristiano)

Mentre l'economia non tira e l'etica è un optional...
solleviamoci con le nostre bellezze!

domenica 5 ottobre 2008

Libertà

L'Italia non esiste.
Ormai è un dato di fatto appurato. Possiamo parlare di Italia come "denominazione geografica", di popolo e cultura Italica, semmai.

La messinscena dell'Unità d'Italia come Nazione centralista non ha mai tenuto e i nodi continuano a venire al pettine: l'assistenzialismo anarchico degli anni '70, mani pulite, società simil-pubbliche, favoreggiamenti insensati, falsi bilanci pubblici (grazie ai quali potemmo entrare far parte dell'UEM) ecc...

La crisi economica occidentale fa risaltare tutti i difetti del nostro sistema ed è iniziata la corsa all'estremo salvataggio. Chi vuole salvare la faccia dopo decenni di falsità (vedi sindacati), chi vuole accapararsi futuri utili da speculazioni (vedi le molte privatizzazioni passate e quella obbligata di Alitalia) e chi, insicuro ed incapace di gestire le proprie aziende private, dopo anni di lotta perchè lo Stato fosse al di fuori dal mercato oggi ne richiede il supplichevole aiuto (vedi Marcegaglia).

E ancora per altre motivazioni notiamo chi argomenta del pericolo "razzismo" dopo decenni di politiche migratorie e sociali irresponsabili (vedi la cara legge Tuco-Napolitano). A proposito vorrei ricordare che la percentuale di delinquenti immigrati regolari è 3 volte superiore alla media Italiana e per gli immigrati irregolari è addirittura 6 volte superiore.

Rapporti giudiziari dimostrano che addirittura gli organi malavitosi europei (e non solo dell'est) favoriscono l'Italia come meta delle loro attività.


Forse perchè obbligato da questa situazione l'odierno Governo Berlusconi stà promuovendo leggi di Libertà. Prima tra tutte il Federalismo fiscale.
Già la Regione Lombardia con Formigoni ha provveduto nel 2007 con il passato Governo Prodi ad attuare uno Statuto che attui il Federalismo attuando nel pieno rispetto la Costituzione Italiana (forse una delle poche belle cose dell'Italia unita). Chi vive sulle spalle dello Stato certamente non apprezzerà questa riforma perchè per lui vuol dire maggior fatica e maggior responsabilità.

Federalismo fiscale è:
Sussidiarietà limpida alle regioni meno sviluppate
Responsabilizzazione agli amministratori
Senso maggiore dell'unità statale
Libertà di spesa
Libertà di entrata
Maggior controllo e giudizio da parte dei cittadini

C'è chi non è d'accordo su questi punti ma facci caso: non sa spiegare il perchè del suo dissenso se non con frasi populiste tra le quali: "aumentate le tasse".
Sinceramente è una risposta che fa ridere. Da qual pulpito esce? Dai rappresentanti del Governo che in 2 anni alzò le tasse dell'1.8% circa, che aumentò il deficit Italiano di 6 miliardi spendendolo per la detassazione dell'ICI ai facoltosi, alla stabilizzazione dei precari pubblici Calabresi (dove una patetica ironia vuole che si trovano 1/3 delle Guardie Forestali italiane) e ad aumenti a dirigenti pubblici oltre che alla creazione dei falsi tesoretti.
Signori, è facile illudere i comuni mortali che spesso e malvolentieri si fanno infinocchiare dai vostri TG e spettacolini vari. I dati parlano chiaro. Non esiste ente che vi da ragione.

Tullio