domenica 7 settembre 2008

Non vogliamo la Chiesa del silenzio

Il silenzio sui cristiani


di Angelo Panebianco


Con l’eccezione della stampa cattolica, i mezzi di comunicazione non hanno dato risalto al fatto che ieri la Conferenza episcopale ha indetto una giornata di solidarietà con i cristiani perseguitati dai fondamentalisti indù (e una fiaccolata con l’appoggio di «Liberal» è prevista per mercoledì prossimo). Come se fosse una faccenda interna della Chiesa. Le notizie sulle uccisioni di cristiani che si verificano da alcune settimane nello Stato indiano di Orissa vengono naturalmente pubblicate (ieri sono state aggredite quattro suore dell’ordine di Madre Teresa di Calcutta). Così come vengono (di solito) pubblicate le notizie sui periodici massacri di cristiani in certi Paesi islamici.
Ma quando queste cose accadono ci si limita a registrare i fatti, per lo più senza commenti. Eccezionalmente, fece scalpore, nel 2006, l’uccisione di un sacerdote italiano in Turchia ma la causa è da attribuire, oltre che alla nazionalità del sacerdote, al fatto che la Turchia ha chiesto di entrare nell’Unione Europea. Sembra che per noi, e per l’Europa, il fatto che in tante parti del mondo persone di fede cristiana vengano perseguitate e, con frequenza, uccise, non sia un problema sul quale occorra sensibilizzare l’opinione pubblica. Eppure i fatti sono chiari. In un’epoca di risveglio religioso generalizzato sono ricominciate in molti luoghi le guerre di religione ma con una particolarità: in queste guerre i cristiani sono solo vittime, mai carnefici.
Da dove deriva tanto disinteresse per la loro sorte? Sono all’opera diverse cause. La prima è data da quell’atteggiamento farisaico secondo il quale non conviene parlare troppo delle persecuzioni dei cristiani se non si vuole alimentare lo «scontro di civiltà ». Come se ignorare il fatto che nel mondo vari gruppi di fanatici usino la loro religione (musulmana, indù o altro) per ammazzarsi a vicenda e per ammazzare cristiani ci convenisse. D’altra parte, basta rammentare le reazioni europee al discorso di Ratisbona di Benedetto XVI. Venne biasimato il Papa, non i fanatici che usarono quel discorso per tentare di incendiare il mondo islamico. C’è anche una seconda causa. Sotto sotto, c’è l’idea che se uno è cristiano in Pakistan, in Iraq, in India o in Nigeria, e gli succede qualcosa, in fondo se l’è cercata. La tesi dei fondamentalisti islamici o indù secondo cui il cristianesimo altro non è se non uno strumento ideologico al servizio della volontà di dominio occidentale sui mondi extra occidentali sembra condivisa, qui da noi, da un bel po’ di persone.
Persone che credono che l’Europa debba ancora fare la penitenza per le colpe (alcune reali e altre no) accumulate nei suoi secolari rapporti col mondo extra occidentale. Ne derivano il silenzio sulla libertà religiosa negata ai cristiani, soprattutto nel mondo islamico, e il disinteresse per le persecuzioni che in tanti luoghi, islamici e no, subiscono. Ne deriva anche una sorta di illusione ottica che a molti fa temere di più i segnali di risveglio cristiano (del tutto pacifico) in Italia che tante manifestazioni di barbarie religiosa altrove. Nel frattempo, le religioni «altre», con l’immigrazione, acquistano qui da noi un peso crescente. È difficile che si riesca a fare «patti chiari» con gli adepti di quelle religioni. Almeno finché non avremo capito che il mondo è cambiato e che le nostre reazioni, per lo più automatiche, irriflesse, a quei cambiamenti, sono datate e inadeguate."

3 commenti:

  1. Caro Tullio, come credo tu non sappia, il Cattolicesimo ha inciso pesantemente nella storia e nella politica mondiale, con mezzi non sempre ortodossi e, certamente, non elevabili a modelli di Cristianità! Non è un caso che la Chiesa Cattolica sia stata la principale artefice delle più sanguinose stragi tra innocenti, scenziati, altre confessioni religiose, intere popolazioni e nazioni che avvallavano o sposavano il potere terreno delle rispettive confessioni non cattoliche. Basti ricordare la caccia alle streghe, fomentata, peraltro, da quelle stesse sfere del Vaticano che sguazzavano in un'immoralità fatta di fasti, sesso e sadismo! Tutto in nome di un Dio che certamente non abitava i loro cuori. E che dire poi delle Guerre Sante, il cui unico fine era quello di estirpare con la violenza il sentimento religioso non cattolico e di sostituirvi la croce, cui spesso si accompagnavano nuove Regalie ed indicibili fasti e benefici economici per la pulsante macchina economica che era ed è, daltronde, la chiesa cattolica. Oggi, certo, i sistemi sono mutati ... la chiesa è divenuto un fenomeno mediatico di massa - senza nulla voler togliere al puro sentimento religioso e di fede. Non è un segreto che questa stessa fede pura serva a forzare i soliti benefici ed il solito potere terreno, cui pure la Chiesa, dal punto di vista formale e all'indomani del primo concordato, pareva aver rinunciato. Eppure la troviamo sempre lì, in prima linea, a portare avanti la propria opera "moralizzatrice", con strumenti "politically correct". I forzieri continuano a scoppiare di danaro, i disperati continuano a bussare alle porte del Vaticano, implorando grazie dietro versamento di un congruo contributo, ovviamente. Continua, certo, la sua opera moralizzatrice in Italia e all'Estero, dove appunto, non vi sono gli occhi dell'opinione pubblica puntati addosso ed abbiamo preti corrotti dal denaro, dal sesso e sempre e comunque dall'ipocrisia che si nasconde dietro un messaggio più puro. Non giustifico i crimini di cui tu hai parlato, ma comprendo il fuoco che gli alimenta: il medesimo fuoco mistico che alimentava gli inquisitori, i cavalieri crociati e gli immancabili preti politicanti che non mancano mai di esprimere la voce moralizzatrice della chiesa! Devi capire che i Paesi dove avvengono queste cose sono dittature, spesso avvallate dall'occidente. Ci sono pochi, ricchi, che governano e tanti, poveri ed ignoranti che reclamano un pezzo di pane e farebbero qualunque cosa, anche vendere l'anima al diavolo, pur di far mangiare la propria famiglia. Le ragioni dell'odio, risiedono nelle matrici storico - economiche di un popolo vessato dall'ingiustizia, in posti dove la vita non ha valore e spesso farsi esplodere contro la folla è il modo più semplice per aspirare ad un'esistenza migliore. Come sempre ti rammento, è facile sparare addosso a chi appare il capro espiatorio di ogni nefandezza altrui. Tu vivi un'esistenza agiata, ma dovresti capire che questa è una conquista che affonda le proprie radici nel sangue degli innocenti e nei valori degli eroi.

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  2. Certo. Infatti l'articolo non contesta chi fa atti "malvagi" contro i cristiani.
    L'articolo fa notare come noi occidentali c'indignamo più facilmente degli attentati o di malvagità commesse contro persone culturalmente e storicamente diverse che verso persone più vicine a noi.

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  3. Il mio commento è stato censurato da Tullio.

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