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Business Italiano: vecchio mondo coraggioso
Milano - Con le spalle al
muro, le aziende italiane si rivolgono ai mercati
Pagare €1'000 per
una giacca di lana significa che la moda si è affermata con una certa grandezza.
Pagare
24 volte i guadagni del 2012 dell’azienda che si vuole acquistare è ancora più
eccezzionale.
Le azioni di Moncler
erano riccamente valutate (anche per gli standard delle aziende di beni di
lusso) quando fecero il loro debutto nella Borsa italiana a €10,20 il 16
Dicembre.
Chiusero il 30
Dicembre a €15,80, con una valutazione aziendale superiore ai 3.9 miliardi di
euro rendendo il proprio padrone nonchè maggior azionista, Remo Ruffini, un
miliardario sulla carta.
Questa è stata l'offerta d'azioni di maggior successo del 2013.
Per essere una nazione che
è considerata sull’orlo del collasso economico, l’italia è
sorprendentemente piena di aziende nel mercato azionario. Tantissime aziende
stanno emettendo azioni e obbligazioni.
Politiche aziendali
quali il private-equity e il venture-capital stanno sollecitando la necessità
di soldi con un’attenzione alla ricerca sul mercato.
Analisti bancari,
tra cui Credit Suisse e HSBC, esortano gli investitori ad avere buone
aspettative sulle aziende Italiane.
Le grandi famiglie
produttrici che dominavano l’italia e prosperavano all’estero – FIAT, Indesit,
Benetton – sono ora in ritirata. Il 1° Gennaio FIAT ha dichiarato di voler
acquistare il 41,50% di Chrysler di cui ancora non è titolare, evitando la
necessità di un aumento di capitale.
Considerato lo stato
disastroso del mercato automobilistico Europeo, le prospettive della FIAT
sarebbero ancora più disastrose senza il suo controllo su Chrysler.
Ma diverse aziende,
molte delle quali nel settore dei beni di lusso e quasi tutte concentrate
sull’esportazioni, stanno avanzando e girano i mercati della finanza.
Gl’investitori di
Moncler stanno scommettendo che l’azienda riscuoterà lo stesso successo degli
altri brand italiani: i prezzi delle azioni di Salvatore Ferragamo, un
produttore calzaturiero di lusso, e di Brunello Cucinelli, una casa di moda,
sono triplicate da quando le aziende sono entrate nel mercato azionario
rispettivamente nel 2011 e nel 2012.
Il fatturato di
Moncler è cresciuto da 45mln di euro del 2013, quando Mr Ruffini assunse la
guida dell’azienda, ad un inaspettato 569mln di euro del 2013, e la quota di
esportazioni è aumentata dal 10% al 75%. L’offerta iniziale sosterrà il
rimborso agli investitori e ne attrarrà di nuovi.
Le piccole aziende
stanno trottando verso mercati borsistici più giovani. Italia Indipendent, un
produttore di occhiali, faticò a trovare banche finanziatrici nonostante avesse
diversi anni di utili e un erede Agnelli come co-fondatore e Presidente (Lapo
Elkann, il cui fratello, John, è un componente del Consiglio di Amministrazione
del “The Economist’s”). Andare sul mercato pubblico ti permette di ottenere i
soldi necessari ad espandere l’internazionalizzazione e dare maggior
credibilità all’azienda, dice Andrea Tessitore, il suo Amministratore Delegato.
Circa il 65% delle vendite sono sul mercato italiano, ma Tessitore si aspetta
che nel prossimo anno sarà meno del 50%.
Rudolph Gentile
della Safe Bag, che impacca e assegna un marchio elettronico alle valige di
tutto il mondo, fu ugualmente oltraggiato quando le banche non volevano
prestargli soldi per raggiungere un nuovo contratto molto redditizio a Miami.
Aveva il 10% della società e pensò di aumentare la percentuale.
In una nazione
che per tanto tempo si è affidata fortemente sul sistema bancario, rivolgersi
al mercato è logico, seppur tardivo.
Dall’inizio della
crisi, le banche hanno prestato sempre meno alle piccole-medie imprese.
In italia il 90%
delle imprese fan parte di queste categorie, e i bilanci delle banche erano
decisamente in pessimo stato. Il Governo, la Borsa Italiana (detenuta dal
London Stock Exchange group) e numerose banche stanno facendo di tutto per
spingere forme di finanziamento differenti, alleggerendo la tassazione quando
aziende non quotate emettono titoli di debito e alimentando un mercato di
“mini-bonds” per aziende minori.
Per molte aziende,
molte delle quali a guida familiare, le obbligazioni sono un comoda strada del
mercato dei capitali rispetto alla vendita delle azioni e quindi diluendo il
controllo.
Ma lo scenario sta
cambiando.
"Gl'imprenditori sono or più giovani dice Luca Perano, un
funzionario della borsa. Le famiglie di vecchio stampo trattavano con le banche
locali e pensavano come fare affari all'interno della loro Regione. Ora
gl'imprenditori pensano globalmente fin dall'inizio. La loro età e visione
guidano i loro interessi nell'accesso al capitale dei mercati e la loro
capacità nel farlo."
Gl'investitori sono
molto attratti dalle aziende con un buon numero di vendite e di produzione
fuori dall'Italia.
Dopo oltre due anni
di recessione, l'economia italiana dovrebbe recedere del 1,8% nel 2013,
tornando versi una pallida crescita quest'anno.
I consumi interni
sono crollati e molte aziende che dipendono da questi sono in affanno.
Le esportazioni,
tuttavia, stanno crescendo, specialmente verso nazioni fuori dal UE.
Gli ordini
dall'estero si accumulano mentre quelli interni sono in diminuzione.
L'Italia continua ad
avere la forte capacità di vincere ordinativi dall'estero nonostante le molte
resistenze che pesano sulla competitività delle aziende italiane, dall'onere
fiscale rappresentato dal grosso peso della tassazione tra il costo del lavoro
e quanto effettivamente i dipendenti ricevono che è stimato di 250 punti base
superiore sui guadagni quinquennali rispetto a quanto i concorrenti Tedeschi
devono affrontare.
Quindi la tendenza
di molte aziende a cercare di espande non solo le vendite all'estero, ma anche l'attività
produttiva.
Il Gruppo
Marcegaglia, un grosso produttore di acciai speciali, ha investito oltre 1,2
miliardi di euro in Cina, Polonia, Brasile, Russia e Romania per fuggire la
sovrapproduzione vicino a casa e per essere più vicina ai mercati in forte
crescita.
Nel passato
gl'investimenti venivano finanziati dai flussi di cassa e da prestiti bancari,
afferma Emma Marcegaglia, co-amministratore delegato; ora le obbligazioni
vedono in continuo aumento la loro attrattività.
Questo significa che
alcune aziende italiane che sopravvivono dalla recessione si rivolgono alla
finanza?
Si, afferma Mr
Tessitore dell'Italia Indipendente: "Rivolgersi al pubblico significa
diventare chiari in merito alle direttive aziendali, diventando
trasparenti". In altre parole, ciò richiede un diverso approccio alla
gestione.
Per chi si gratta la
testa domandandosi perché l'italia, così brava a progettare prodotti, sia
diventata così incapace di progettare aziende forti globalmente, la forte
dipendenza dai prestiti delle banche amiche può essere solo una parte della
risposta - ma è una parte che ora sta venendo messa alla prova.
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